L'
Interno suddiviso
da due file di pilastri in tre navate, comprende dieci cappelle, oltre a quella
dell'altare maggiore. La decorazione delle navate e delle cappelle in stucco
è stata realizzata su disegni di Salvatore Gravanti negli anni 1830-31 e 1839-40.
La
vastità dell'insieme, il vivo senso di luminosa spazialità creano una suggestiva
atmosfera di solennità e di eleganza insieme.
Componente di spicco, inoltre,
all'interno il vasto affresco della volta a botte della navata centrale, raffigurante
l'Apocalisse ed epistoli della vita di Maria Maddalena, capolavoro di Tommaso
Rossi (1778-1862), figlio e allievo di Mariano Rossi, uno dei più rinomati affreschisti
italiani del sec. XVIII (Sciacca 1731 - Roma 1807). Sono
inoltre degni di nota le seguenti opere d'arte, quasi tutte provenienti dall'antica
chiesa Madre: all'inizio della navata sinistra, fonte battesimale in marmo del
1495, alla cui base si può leggere la data e il nome dell'arciprete di quel tempo,
Antonio De Piscibus, e del donatore Andrea Burgio. L'opera è attribuita ai
Gagini. Dietro il fonte battesimale, un rilievo raffigurante la Decollazione di
S. Giovanni Battista, del sec. XVI, che faceva parte di altro fonte battesimale
appartenente all'antica chiesa di S. Pietro in Castro (sec. XI) oggi non
più
esistente.
Proseguendo
nella navata sinistra, nella seconda
cappella, sull'altare, una statua della Madonna di Monserrato
e in una nicchia, a sinistra, un'altra della Madonna delle Grazie, entrambe di
marmo, provenienti dall'antica chiesa. Nella cappella in fondo alla navata, a
sinistra del presbiterio, un interessante Crocifisso ligneo del' 5OO. Sull'altare
maggiore è collocata la statua della Madonna del Soccorso, dal 1626 patrona
della città; è opera di Giuliano Mancino e Bartolomeo Birrittaro (1503).
Ai lati dell'altare maggiore sono: a destra una Crocifissione di S. Pietro
e a sinistra una Sacra Famiglia, dipinti su tela dei quali non si conosce
il nome dell'autore.
Nella cappella a destra del presbiterio è una icona marmorea di Antonio Gagini
(1581). Rappresenta: (in ordine, dall'alto in basso) Padre Eterno benedicente,
episodi della passione di Gesù, Ressurrezione, Crocifissione, con ai lati,
in nicchia, S. Pietro e S. Paolo, Angeli in adorazione e ai lati, in sei
scomparti, altre scene della Passione e Santi Apostoli. Nel lato destro della
crociera è la statua di marmo raffigurante la Madonna della Catena (1457), proveniente
dall'antica chiesa normanna. Sul penultimo altare della navata destra, la
statua lignea di S. Calogero, l'arcario e la cerva è attribuita al trapanese N.
Milante. Sono pure di qualche interesse, sebbene assai rovinati due sarcofaghi
cinquecenteschi di marmo, dei quali uno di Bartolomeo Tagliavia, collocato attualmente
nella prima cappella della navata destra, le cui caratteristiche stilistiche e
iconografiche sono simili a quello del Conte Gaspare II Naselli esistente nella
chiesa dell'Immacolata di Comiso, attribuito ad Antonello Gagini, e altro di Gerardo
Noceto, famoso botanico saccense del '500, che si trova in un locale a piano terra,
sottostante alla sagrestia, adibito a circolo ricreativo di giovani cattolici.
In un angolo della sagrestia c'è, posata a terra, una Madonna degli Angeli, statua
marmorea di mano gaginesca e, appesi alle pareti, una Maria Maddalena, antico
dipinto su tela di Ignoto, e un interessante Crocifisso ligneo che in origine
era attaccato al centro del soffitto dell'antica chiesa. Anche nell'ufficio dell'arciprete
sono conservate alcune opere d'arte meritevoli di attenzione. Sono due formelle
marmoree del 1577 raffiguranti S. Maria Maddalena tra due leoni rampanti, che
è l'antico stemma religoso e civico di Sciacca (oggi solo religioso), e sotto
di esse due stemmi delle nobili famiglie Perollo (a sx) e Garro-Maurici (a dx)
provenienti dall'antica chiesa.
Tratto
dal libro "Sciacca Terme - Guida Turistica" di Salvatore Cantone |