Chiese
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> Chiesa di S. Maria del Giglio (sec. XVII)

La prima chiesa dedicata a S. Maria del Giglio si trovava a ovest di Porta S. Calogero, nell'area dell'attuale Cortile Ospedale.
Fu fondata, come ci fanno sapere gli eruditi locali, nel 1300 con le offerte dei cittadini e il sostanziale contributo dei Giurati della città ai quali era riservato il diritto di patronato. Attiguo alla chiesa, verso il 1400, fu eretto, a iniziativa dei Giurati, l'omonimo ospedale che nel 1543 fu abolito, devolvendo le sue rendite all'Ospedale di S. Margherita.
Una seconda chiesa col titolo di S. Maria del Giglio fu costruita ex novo nello stesso sito nel 1565, sempre sotto il patrocinio dei Giurati, che ne potenziarono le rendite con la donazione di due appezzamenti di terreno nelle vicinanze di Porta S. Calogero. Venuti a Sciacca nel 1580 i Padri del Terz'Ordine Regolare e costruito nel 1585-88, sul lato orientale di Porta S. Calogero, il Convento a loro destinato, si rese necessaria, per una maggiore funzionalità del servizio religioso, la costruzione di una nuova chiesa attigua ad esso. Questa terza chiesa, che è quella attuale, fu fondata nel 1640, due anni dopo l'apertura al culto della vicina Chiesa di S. Michele. Non si conosce il nome dell'architetto. La facciata attuale è il risultato di un rifacimento
(1966).

La parte superiore con il pittoresco campanile cuspidato è stata costruita ex novo,
mentre la parte inferiore è una ricostruzione fedele della facciata originaria di tipo rinascimentale con pilastri, archi a tutto sesto e cantonali composti di conci di pietra locale
da intaglio a faccia vista che, fortunatamente, dopo essere stati numerati, smontati pezzo per pezzo, sono stati poi diligentemente rimontati. E questa di S. Maria del Giglio l'unica facciata con vestibolo esistente a Sciacca (a Palermo ce ne sono due: S. Maria della Catena, in prossimità della Cala, e S. Maria la Nuova, in piazza S. Giacomo alla Marina).

L'Interno

L'interno, a forma di croce latina, è diviso in tre navate da una duplice fila di colonne. La decorazione è fondamentalmente settecentesca. Dietro l'altare maggiore, un immagine raffigurante la Madonna del Giglio, dipinta su muro e proveniente dalla demolita chiesa cinquecentesca, è collocata in una nicchia una statua lignea dell'Immacolata, di autore ignoto, fatta eseguire a Napoli, in coincidenza con la diffusione del culto della Vergine, dai Padri del Terz'Ordine Regolare, nel 1722. Nella navata destra sono tre statue lignee, raffiguranti rispettivamente S. Francesco, S. Antonino da Padova e il Cuore di Gesù, opere delle quali non si conosce l'autore. Anche nella Natività della Vergine, gran bella tela con preziosa cornice d'epoca, collocata sulla parete destra della crociera, non si conosce il nome dell'autore.

Il dipinto, datato 1628,
reca la sigla V.P.P. che finora non si è riusciti a decifrare. Nella navata sinistra, sul primo altare, altra gran bella tela pure con cornice d'epoca, questa volta firmata, raffigura S. Gregorio Nazianzeno ed è opera del saccense Francesco Aversa, discepolo di Michele Blasco (Franciscus Aversa pinxit 1698).
Sul secondo altare è una interessante statua lignea di S. Eligio, protettore dei maniscalchi e degli animali, proveniente dall'omonima chiesa, detta anche dei Santi Filippo e Giacomo, di fondazione trecentesca, chiusa al culto nel 1873 e trasformata in casa privata.
Sul terzo altare è una quattrocentesca statua  lignea di S. Calogero, più volte ridipinta e con la lunga barba fatta accorciare dal sacerdote Calogero di Mino (la notizia è del nipote, Prof. Calogero di Mino), proveniente dall'antica chiesa.
        

Sul quarto, una Madonna del Giglio, tela del saccense Ignazio di Mino, datata 1928, nella quale ai piedi della Madonna è raffigurata una veduta di Sciacca con Monte Kronio nello sfondo. In basso, a sinistra si legge: Alla diletta città natìa, alla veneranda chiesa di S. Maria del Giglio, in memoria del fratello arcidiacono Calogero che vi fu prima novizio e poi rettore zelantissimo con la cooperazione dell'attuale Priore Salvatore Vecchio e gli altri padri, questo suo lavoro, quale affettuoso omaggio offre il pittore Cav. Ignazio Dimino, Roma 31luglio 1928. Questo nostro bravo artista visse la maggior parte della sua vita a Roma dove svolse un'intensa attività artistica fino al giorno della sua morte avvenuta nel 1941. A detta del dott. Alberto Scaturro che lo ha conosciuto e frequentato, era un abile copista di capolavori esistenti nella capitale. (L'immagine della Madonna del Giglio deriverebbe da Guido Reni).

Sul lato sinistro della crociera è un antico Crocifisso di autore ignoto cui fa da sfondo un dipinto ad olio di Luigi Schittone, raffigurante le Anime Purganti. Dello stesso pittore sono i dipinti Annunciazione, sulla parete sinistra del presbiterio, Cristo alla Colonna e Cuore di Gesù che si trovano sulle pareti della crociera, mentre sono di un pittore romano, di cui si ignora il nome, La cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre la immacolata e Madonna S. Francesco e altri Santi che si trovano sul lato sinistro e destro del presbiterio. Per quanto riguarda i dipinti a olio della volta della navata centrale, essi sono opera di Luciano Vitabile e Luigi Schittone. Luigi Schittone fu allievo di Luciano Vitahile. I due lavorarono insieme, l'uno accanto all'altro, alla decorazione della chiesa agli inizi degli anni '20.

I dipinti della volta raffiguranti Il Sepolcro vuoto della Madonna, L'incoronazione della Vergine, L'Assunzione e la Incoronazione della Vergine, sono stati eseguiti il primo da Luigi Schittone e Luciano Vitabile, il secondo da Luigi Schittone e il terzo da Luciano Vitabile, come è chiaramente indicato dalle firme che allievo e maestro hanno apposto ciascuno alla propria opera. Di questi due artisti saccensi sono anche i Quattro Evangelisti dipinti sui pennacchi della cupola e la serie di angeli all'interno della stessa.
Di notevole interesse artistico sono, infine, un S. Gioacchino che regge in braccio la Bambina e una S. Filomena, statue lignee che si trovano attualmente in sacrestia e che provengono dalla chiesa di S. Francesco d'Assisi, dal 1866, anno della soppressione delle corporazioni religiose, chiuse al culto e attualmente (1987) in corso di restauro per essere destinata ad Auditorium.

Tratto dal libro "Sciacca Terme - Guida Turistica di Salvatore Cantone"

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