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Colleggio dei Gesuiti
È
questo, per planimetria e volumetria, il più imponente edificio della
città, per le sue dimensioni il quarto tra i collegi gesuitici della Sicilia.
Sorge...nel sito, ove un tempo sorgevano i palazzi di Simone Maurici,
Francesca Calandrino Perollo, baronessa del Ponte, Giacomo Sciarrino,
e quello di Maria Maddalena Boccone, rappresentante i proprietari della
casa che appartenne un tempo ad Alvaro Federico, contigua a quella di
Onofrio Medici e di Calogero Capriata. La costruzione fu iniziata nel
1613 contemporaneamente alla erezione della chiesa e portata avanti con
qualche interruzione finché i Gesuiti rimasero a Sciacca (1767). (Si sa
che nel 1615 ospitava già una ventina di padri della Compagnia di Gesù
e che le strutture principali
furono
realizzate negli anni 1621-26, nel 1675, anno in cui veniva realizzato
l'atrio superiore e successivamente). Il vasto e articolato complesso,
attribuito da Enrico Calandra all'architetto gesuita Natale Masuccio,
si sviluppa, secondo una tipologia manieristica comune ad altre case gesuitiche,
che si ispirano notoriamente alla Casa Madre dei Gesuiti, il Collegio
Romano (1578), attorno a due atri situati a diversa quota. Di essi, quello
superiore, con accesso da via Roma, èun
quadrilatero porticato (20 per lato) circoscritto da colonne di pietra
di Trapani sormontate da archi a tutto sesto e coronato da un elegante
balaustra lapidea che delimita il cnvrnctnnte tet-tn i terrnz7a ouello
inferiore. anch'esso nor ticato, con accesso da Corso Vittorio Emanuele,
rettangolare (m. 25 x 40) e perimetrato da poderosi pilastri su cui poggiano
le arcate che reggono i muri
dell'ala meridionale de! fabbricato. (All'interno di quest'atrio, su!
muro rivolto a mezzogiorno, si noti in alto l'orologio solare (meridiana)
costuituito da uno stilo (gnomone) che proietta la sua ombra sul piano
verticale intonacato che funge da quadrante). Un altro orologio solare
si trova su una parete esposta a ponente. Il fabbricato di un'eccellente
esposizione, e obbedisce ai dettami dell'orientamento: la facciata principale
è rivolta a mezzogiorno ed è esposta alla luce per la maggior parte del
giorno. La dura giallo-dorata pietra della Perriera a grossi blocchi dei
paramenti murari accentua l'austerità e grandiosità delle facciate puntualmente
ritmate dalle lunghe serie continue delle finestre da tutti i lati incorniciate
con modanature tipiche del '600. La costruzione, non portata a termine
dai Gesuiti, probabilmente per le mutate sorti dell'ordine, fu ripresa
nel 1787 con la venuta dei padri redentoristi. Ma non è stata mai completata.
In seguito alla soppressione degli ordini religiosi, seguita alla proclamazione
del Regno d'Italia, il Collegio passò al demanio dello stato e successivamente
fu acquistato dal Comune per la somma di L. 58.000. Del 1934 è la realizzazione
del secondo piano del lato di ponente che prospetta sulla via Roma (senza
però il coronamento) e del 1954 la costruzione, completa di coronamento,
del secondo piano del lato sud che guarda sulla piazza Scandaliato. Come
si vede, la storia del monumentale edificio occupa uno spazio temporale
plurisecolare. Le due facciate, a sviluppo orizzontale, lineari e uniformi,
ma non prive di elementi figurali architettonici di forte contrasto chiaroscurale
(parete, cornicione, cornici delle finestre, portali), sono animate, quella
occidentale da un portale di pietra di Trapani, e quella meridionale da
altro portale in pietra locale conchigliare, recante al di sopra del timpano,
incisa la data, 1762, e, scolpita la croce. Tutti e due i portali hanno
il timpano spezzato, tipico dell'architettura seicentesca. Un senso di
austerità di gusto rit,ascimentale conferisce inoltre alle due facciate
la triplice serie continua delle ampie finestre dalla sagoma barocca.
(Si noti che in origine la severità tutta rinascimentale delle facciate
era accresciuta dal fatto che non esistevano le porte a piano terra che
sono state aperte solo verso la fine dell'Ottocento quando l'edificio
passò in proprietà al Comune). Anche la facciata del Collegio che prospetta
sulla Piazzetta Purgatorio, aveva una uniforme linearità che di recente
ha perduto in seguito a varie manomissioni e aggiunte eseguite da privati.
Sulla facciata meridionale è la seguente epigrafe, dettata da Alberto
Scaturro: NEL PRIMO CENTENARIO DELLA RIVOLUZIONE SICILIANA DEL 1848 SCIACCA
INCIDE NEL MARMO A SOLENNE MEMORIA I NOMI DEI SUOI FIGLI CHE COMBATTERONO
PER LA SANTA CAUSA DELLA LIBERTA GIUSEPPE BENTIVEGNA DOMENICO D'AGOSTINO
IGNAZIO GALLO FURONO TRA I CENTO CROCIATI IN ALTA ITALLk ULISSE IMBORNONE
FRANCESCO LIPARI PARTECIPARONO AllA SPEDIZIONE IN CALABRIA.
Tratto dal libro "Sciacca Terme - Guida Turistica di Salvatore Cantone"
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