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Chiesa
di S. Carlo
Sorge
sul posto dell'antica chiesetta di S. Domenico (sec. XV) che,
divenuta nel 1613 sede della confraternita di S. Carlo, da questa
prese da allora il nome. L'attuale costruzione, come risulta
da una iscrizione incisa sul lato orientale dell'edificio che
prospetta nel cortile Cappellino, fu portata a termine nel 1724
ad opera ed a spese della confraternita di S. Carlo, risorta
nel 1721, dopo circa un secolo che era stata sciolta, ad iniziativa
di alcuni nobili. Scioltasi nel 1838 definitivamente la confraternita,
la chiesa rimase per qualche tempo chiusa al culto e poi fu
venduta all'asta e trasformata in casa privata (1880).
Secondo
mons. Cassar, la chiesa fu soppressa dal Vescovo della diocesi
agrigentina, insieme con
altre chiese minori allo scopo di dare maggiori possibilità
di vita alla Chiesa Madre. Notevole la facciata le cui componenti
più significative sono, al centro, il portale d'ingresso ad
intradosso poligonale e paraste fregiate di festoni, secondo
una tipologia rococò, ultima fase del barocco, comune ad altri
portali di palazzi settecenteschi presenti a Sciacca (Palazzo
Ragusa, Palazzo [nveges, Palazzo Maurici...), il soprastante
balcone curvilineo e il finestrone dal timpano spezzato, ricco
di ornamentazione scultorea.
Tratto dal libro "Sciacca Terme - Guida Turistica di Salvatore
Cantone"
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