Palazzi
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> Palazzo Bertolino Tommasi

In corso V. E., si trova il palazzo Bertolino, dalla candida facciata neoclassica incompleta sul lato destro, opera di Salvatore Gravanti, realizzata verso il 1850.
Proseguendo su questa via, poco più avanti, all'angolo di vicolo Cappellino, c'è un'antica casa, di modeste dimensioni, costruita tutta con regolari conci di compatto tufo conchigliare, al cui piano elevato si accede attraverso un portale ad arco ribassato.
Questa casa, come indica il detto arco ribassato e una finestra ad arco inflesso oggi accecata, che guarda sul vicolo Cappellino, è del sec. XV. Sullo stesso vicolo si affaccia un'altra antica finestrina quadra della stessa età, dagli stipiti di pietra conchigliare.
(Un'altra finestra antica si intravede sotto l'intonaco in parte scrostato). Segue il Palazzo, in origine del Cav. Pellegrino Amato, le cui antiche forme, in facciata, sono state del tutto cancellate dal nuovo prospetto insignificante eseguito nel dopoguerra, mentre alcuni elementi dell'architettura originaria (finestre con grata o murate, una porta ad arco tompagnata, ecc.) restano sul lato orientale dell'edificio che prospetta nel vicolo Ficani e all'interno dell'androne. Di fronte è il lato settentrionale dell'ex Convento di S. Domenico. Proseguendo, prima di giungere in piazza Scandaliato, si osservi la bella architettura cinquecentesca del lato settentrionale del cappellone della chiesa di S. Domenico dalle possenti ed eleganti paraste, l'edicola rinascimentale della Madonna del Rosario con cornice ornata di testine di angeli, il soprastante stemma della nobile famiglia Medici (Del Medico) e più sopra l'iscrizione:

SUB GREGORIO XIII PHILIPPO HISP. SICILIAE ET
PORTUGALLIAE REGE ANTONIUS DE MEDICIS AD
DEI GLORIAM B. DOMINICI HONOREM ET
SUI IPSIUS AC SUORUM IN PERPETUUM
SEPULTURAM FIERI INSTITUIT QUOD CESAR
ET MICIHAEL FILII PERFICI CURARUNT. ANNO 158
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Di fronte, alla porta laterale di S. Domenico era la dimora dei Capriata, famiglia di origine genovese, trapiantatasi a Sciacca nel sec. XVI.
Il portone di questo palazzo, lo spazioso cortile ed alcuni stanzoni voltati con gusto del sec. XVIII rivelano, dice il Ciaccio, la nobiltà e la ricchezza dei suoi proprietari.
Di esso non rimane quasi più nulla. Era una costruzione di tipo catalano originariamente. Passò alla famiglia Capriata per donazione degli Inveges (Ciaccio).
A questa famiglia appartenne Carlo Maria Capriata (1707-1788) che per più anni ricoprì a Sciacca la carica di assessore, capitan d'armi e sindaco e ha lasciato un'opera manoscritta, Sciacca antica e moderna esistente nella locale Biblioteca Comunale
.

Tratto dal libro "Sciacca Terme - Guida Turistica di Salvatore Cantone"

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