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Palazzo Bertolino Tommasi
In
corso V. E., si trova il palazzo Bertolino, dalla candida facciata
neoclassica incompleta sul lato destro, opera di Salvatore Gravanti,
realizzata verso il 1850.
Proseguendo su questa via, poco più avanti, all'angolo di vicolo
Cappellino, c'è un'antica casa, di modeste dimensioni, costruita
tutta con regolari conci di compatto tufo conchigliare, al cui piano
elevato si accede attraverso un portale ad arco ribassato.
Questa casa, come indica il detto arco ribassato e una finestra
ad arco inflesso oggi accecata, che guarda sul vicolo Cappellino,
è del sec. XV. Sullo stesso vicolo si affaccia un'altra antica finestrina
quadra della stessa età, dagli stipiti di pietra conchigliare.
(Un'altra finestra antica si intravede sotto l'intonaco in parte
scrostato). Segue il Palazzo, in origine del Cav. Pellegrino Amato,
le cui antiche forme, in facciata, sono state del tutto cancellate
dal nuovo prospetto insignificante eseguito nel dopoguerra, mentre
alcuni elementi dell'architettura originaria (finestre con grata
o murate, una porta ad arco tompagnata, ecc.) restano sul lato orientale
dell'edificio che prospetta nel vicolo Ficani e all'interno dell'androne.
Di fronte è il lato settentrionale dell'ex Convento di S. Domenico.
Proseguendo, prima di giungere in piazza Scandaliato, si osservi
la bella architettura cinquecentesca del lato settentrionale del
cappellone della chiesa di S. Domenico dalle possenti ed eleganti
paraste, l'edicola rinascimentale della Madonna del Rosario con
cornice ornata di testine di angeli, il soprastante stemma della
nobile famiglia Medici (Del Medico) e più sopra l'iscrizione:
SUB
GREGORIO XIII PHILIPPO HISP. SICILIAE ET
PORTUGALLIAE REGE ANTONIUS DE MEDICIS AD
DEI GLORIAM B. DOMINICI HONOREM ET
SUI IPSIUS AC SUORUM IN PERPETUUM
SEPULTURAM FIERI INSTITUIT QUOD CESAR
ET MICIHAEL FILII PERFICI CURARUNT. ANNO 1582
Di
fronte, alla porta laterale di S. Domenico era la dimora dei Capriata,
famiglia di origine genovese, trapiantatasi a Sciacca nel sec. XVI.
Il portone di questo palazzo, lo spazioso cortile ed alcuni stanzoni
voltati con gusto del sec. XVIII rivelano, dice il Ciaccio, la nobiltà
e la ricchezza dei suoi proprietari.
Di esso non rimane quasi più nulla. Era una costruzione di tipo
catalano originariamente. Passò alla famiglia Capriata per donazione
degli Inveges (Ciaccio).
A questa famiglia appartenne Carlo Maria Capriata (1707-1788) che
per più anni ricoprì a Sciacca la carica di assessore, capitan d'armi
e sindaco e ha lasciato un'opera manoscritta, Sciacca antica e moderna
esistente nella locale Biblioteca Comunale.
Tratto
dal libro "Sciacca Terme - Guida Turistica di Salvatore Cantone"