Palazzi
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> Palazzo Perollo (o Argomento)

Fra i superstiti palazzi signorili del XV secolo, è uno dei più interessanti e meglio conservati. Come si deduce dallo stemma presente sui peducci antropomorfi che sorreggono l'archivolto della prima bifora a sinistra (in facciata) e sui capitelli in cima alle colonnine delle bifore, il palazzo fu eretto dalla ricca famiglia Argomento, presente a Sciacca sin dal sec.XIII. Passò in possesso a un ramo dei Perollo, in seguito al matrimonio di Selvagina Argomento con Francesco Perollo, capitan d'armi della città, il quale poté salvarsi dalla furia omicida di Sigismondo Luna, grazie al fatto che al momento dell'assedio del castello Vecchio, dove era rinchiuso Giacomo Perollo con tutti i suoi parenti, egli si trovava fuori e poté fuggire a Mazara travestendosi da pescatore. Ucciso poi dai partigiani del conte Luna, Giacomo Perollo per due giorni giacque, senza che alcuno potesse provvedere alla sepoltura, davanti a questo palazzo.

Questo, poi, da Federico Perollo come risulta da un inventario del 13 novembre 1595, presso il notar Vincenzo
Palermo, passò a Federico Argomento e successivamente ai signori Arone, baroni di Bontiglio e ad altri. Attualmente è in corso una pratica per l'acquisizione da parte del Comune. Attualmente lo possiede in parte la famiglia Bivona (piano nobile), in parte l'ing. Calogero Marinello (piano terra), in parte il signor Domenico Alba (ammezzato e un magazzino a piano terra). L'edificio, a pianta rettangolare, notevole per le tre eleganti bifore gotiche del piano nobile (il balcone barocco con la ringhiera a petto d'oca è un'aggiunta settecentesca) e per la bella scala catalana dai gradini con cornice a risega, ha subito manomissioni al piano terra e nell'ammezzato. Scrostando gli intonaci dei muri esterni, si troverà su1 lato sinistro, dove sì trova un misero balconcino, un arco acuto, costruito con conci di tufo conchigliare compatto a faccia vista e di recente balordamente intonacato dal proprietario, nonostante che fosse stato sconsigliato dal farlo.
    
Anche verso il centro della facciata si intravedono sotto l'intonaco alcune antiche finestre tamponate. L'androne, attraverso il quale si passa sul piccolo patio, è coperto da volte a crociera, sorrette da decorativi peducci lapidei raffiguranti testine e foglie.
Una deliziosa finestrina ad arco inflesso si trova sul muro orientale del cortiletto interno. Di un'altra, seminascosta da un locale costruito in età posteriore, sempre all'interno
del cortiletto, si vedono alcuni elementi del davanzalino di pietra bianca.Sul muro di tramontana, infine che prospetta all'interno del cortile, si nota un'altra antica finestra, di forma quadra, murata, e, all'inizio della scala, un antica cisterna e un pilastro a pianta poligonale. All'interno sono notevoli una volta a costoloni poggianti su quattro mensole angolari nella stanza corrispondente alla prima bifora (da sinistra), un grande soffitto a cassettoni nella stanza d'ingresso (malandato ma restaurabile), un altro grande soffitto a cassettoni (in migliori condizioni del primo) con quadrelli dipinti con motivi floreali in una stanza interna. Oltre il piccolo patio, come negli altri palazzi (Steripinto, Casa Fazello...), nei conventi e nei monasteri del tempo, c'era in origine un giardino.

Tratto dal libro "Sciacca Terme - Guida Turistica di Salvatore Cantone"

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