Viaggio nella storia di Sciacca |
Chiesa Madre
La prima Chiesa Madre fu fondata dalla contessa normanna Giulietta agli inizi del sec. XII e durò fino al 1656. Dell'antica chiesa rimangono le tre absidi utilizzate dal Blasco per la nuova, mentre le volte a crociera costolonate, recentemente rimesse in luce e restaurate, e due portali ad arco gotico sono del sec. XIV. La chiesa attuale, eretta tra il 1656 e il 1683, su progetto di Michele Blasco, pittore e architetto, benché realizzata in piena età barocca, ci offre un bell'esempio di equilibrata architettura che richiama alla mente classiche forme rinascimentali. È l'unica chiesa di Sciacca che, oltre che per la facciata principale, si fa ammirare anche per quelle laterali e per il corpo triabsidato di età normanna che si conserva quasi intatto.
L'interno
L' Interno suddiviso da due file di pilastri in tre navate, comprende dieci cappelle, oltre a quella dell'altare maggiore.
La decorazione delle navate e delle cappelle in stucco è stata realizzata su disegni di Salvatore Gravanti negli anni 1830-31 e 1839-40.
La vastità dell'insieme, il vivo senso di luminosa spazialità creano una suggestiva atmosfera di solennità e di eleganza insieme.
Componente di spicco, inoltre, all'interno il vasto affresco della volta a botte della navata centrale, raffigurante l'Apocalisse ed epistoli della vita di Maria Maddalena, capolavoro di Tommaso Rossi (1778-1862), figlio e allievo di Mariano Rossi, uno dei più rinomati affreschisti italiani del sec. XVIII (Sciacca 1731 - Roma 1807).
Sono inoltre degni di nota le seguenti opere d'arte, quasi tutte provenienti dall'antica chiesa Madre: all'inizio della navata sinistra, fonte battesimale in marmo del 1495, alla cui base si può leggere la data e il nome dell'arciprete di quel tempo, Antonio De Piscibus, e del donatore Andrea Burgio.
L'opera è attribuita ai Gagini. Dietro il fonte battesimale, un rilievo raffigurante la Decollazione di S. Giovanni Battista, del sec. XVI, che faceva parte di altro fonte battesimale appartenente all'antica chiesa di S. Pietro in Castro (sec. XI) oggi non più esistente.
Proseguendo nella navata sinistra, nella seconda cappella, sull'altare, una statua della Madonna di Monserrato e in una nicchia, a sinistra, un'altra della Madonna delle Grazie, entrambe di marmo, provenienti dall'antica chiesa. Nella cappella in fondo alla navata, a sinistra del presbiterio, un interessante Crocifisso ligneo del' 5OO. Sull'altare maggiore è collocata la statua della Madonna del Soccorso, dal 1626 patrona della città; è opera di Giuliano Mancino e Bartolomeo Birrittaro (1503). Ai lati dell'altare maggiore sono: a destra una Crocifissione di S. Pietro e a sinistra una Sacra Famiglia, dipinti su tela dei quali non si conosce il nome dell'autore.
Nella cappella a destra del presbiterio è una icona marmorea di Antonio Gagini (1581). Rappresenta: (in ordine, dall'alto in basso) Padre Eterno benedicente, episodi della passione di Gesù, Ressurrezione, Crocifissione, con ai lati, in nicchia, S. Pietro e S. Paolo, Angeli in adorazione e ai lati, in sei scomparti, altre scene della Passione e Santi Apostoli.
Nel lato destro della crociera è la statua di marmo raffigurante la Madonna della Catena (1457), proveniente dall'antica chiesa normanna.
Sul penultimo altare della navata destra, la statua lignea di S. Calogero, l'arcario e la cerva è attribuita al trapanese N. Milante. Sono pure di qualche interesse, sebbene assai rovinati due sarcofaghi cinquecenteschi di marmo, dei quali uno di Bartolomeo Tagliavia, collocato attualmente nella prima cappella della navata destra, le cui caratteristiche stilistiche e iconografiche sono simili a quello del Conte Gaspare II Naselli esistente nella chiesa dell'Immacolata di Comiso, attribuito ad Antonello Gagini, e altro di Gerardo Noceto, famoso botanico saccense del '500, che si trova in un locale a piano terra, sottostante alla sagrestia, adibito a circolo ricreativo di giovani cattolici.
In un angolo della sagrestia c'è, posata a terra, una Madonna degli Angeli, statua marmorea di mano gaginesca e, appesi alle pareti, una Maria Maddalena, antico dipinto su tela di Ignoto, e un interessante Crocifisso ligneo che in origine era attaccato al centro del soffitto dell'antica chiesa. Anche nell'ufficio dell'arciprete sono conservate alcune opere d'arte meritevoli di attenzione. Sono due formelle marmoree del 1577 raffiguranti S. Maria Maddalena tra due leoni rampanti, che è l'antico stemma religoso e civico di Sciacca (oggi solo religioso), e sotto di esse due stemmi delle nobili famiglie Perollo (a sx) e Garro-Maurici (a dx) provenienti dall'antica chiesa.
La Facciata
La facciata principale, rimasta incompleta, è ornata di tre bianche statue di marmo provenienti dall'antica chiesa, collocate, una, raffigurante S. Maria Maddalena, sopra il frontone della porta principale, e le altre (S. Pietro e S. Paolo) in nicchie ad edicola situate sopra i frontoni delle due porte laterali.
Altre due statue di marmo (S. Giovanni Battista e S. Calogero), pure provenienti dall'antica chiesa normanna e della stessa mano, sono collocate, pure in nicchie ad edicola, la prima sopra la porta della fiancata settentrionale e la seconda sopra la porta della fiancata meridionale alla quale si accede con un'ampia scala a due rampe dal corso Vittorio Emanuele.
Tutte e cinque le statue sono opera di Antonio e Gian Domenico Gagini.
La ringhiera con colonnine e pilastri di pietra che recinge il sagrato dinanzi alla facciata principale è stata realizzata di recente su disegno dello scultore saccense, prof. Giuseppe Cusumano. Alla facciata mancano, sul lato destro, il corpo (campanile) che dovrebbe fare pendant con quello realizzato sul lato sinistro e il frontone.
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Tratto dal libro "Sciacca Terme - Guida Turistica di Salvatore Cantone" |