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Cucina siciliana
 
Di Lorenzo Montemaggiore

  cucina siciliana, famosa e presa ad esempio da altre genti, da immemore data, mi porta a ritenere, senza tema di smentita, che in campo gastronomico l'isola si sia caratterizzata nel mondo per certe sue peculiarità: in definitiva, quell'estratto culturale riconosciuto ovunque, è stato il motivo saliente di distinzione della Sicilia, apparendo quasi come nazione, l'originale e a volte contraddittorio processo di affermazione nel mondo, ebbero una non meno originale affermazione mondiale nel settoregastronomico
in virtù di una notevole inventiva della sua gente. Si ha un fatto molto importante in Sicilia, quella che agli occhi dei superficiali è potuta apparire come cucina popolare, è stata, invece, l'elemento per cui la Sicilia si è distinta nel mondo nel campo gastronomico.

E' risaputo che la cucina siciliana era già nota sin dai tempi dei romani, ma di sicuro la sua rinomanza è ancora più lontana nel tempo e di essa si interessarono tutti i popoli
del Mediterraneo, e per le sue prelibatezze servì da modello a molti popoli; pare che, persino il grande Platone, fosse stato particolarmente soggiogato dalla dolcissima pasticceria isolana al punto da farne oggetto di particolare citazione. I colonizzatori greci, rimasero parecchio impressionati dalla magnificenza delle "imbandigioni sicule".

Sin dal IX e VIII secolo a.C. la Sicilia primeggiò per l'arte dei suoi cuochi, tra i quali il sempre ricordato Trimalchio. La Sicilia che ai tempi di Federico Il di Svevia offriva al mondo della culìura il primo esempio di "accademia" letteraria tramite la scuola poetica siciliana e che, sin dai tempi dei normanni aveva gettato le basi dello stato moderno; la Sicilia, anche precedentemente, non era stata da meno negli altri settori, compreso quello dell'arte della cucina.

Infatti, è ampiamente dimostrato che sin dall'età attica un tale Labduco, apre, in anticipo sui moderni istituti alberghieri, una scuola a pagamento. Tenuto conto di ciò non ci sorprende che durante il periodo greco-romano la cucina siciliana viene considerata cucina pilota di tutto il continente. Purtroppo, però, la decadenza dell'impero romano doveva portare il suo effetto negativo nell'isola, anche in campo gastronomico, in quanto la Sicilia vive periodi convulsi e politicamente confusi. Il
periodo bizantino, poi, doveva coincidere con una crisi profonda sul piano politico e socio-economico a cui corrispose necessariamente anche quella in campo gastronomico. Come avviene sempre nella storia dei popoli, alle profonde crisi subentrano periodi di splendore e notevoli riprese e per la Sicilia ciò accadde nel periodo bizantino e nella dominazione araba.

Nel corso di quella dominazione, l'isola passa attraverso un'età di notevole prosperità e progresso, come lo fu successivamente sotto i normanni. Con gli arabi la gastronomia siciliana sembra rifiorire a nuova vita e ciò è anche determinato dalla notevole introduzione che gli arabi fecero di piante e di sementi fino allora sconosciuti ai siciliani. La notevolissima spinta nel settore agricolo fa sentire i suoi benefici in quello della gastronomia. Sotto il dominio arabo poi vennero fuori alcune perle della cucina siciliana, e cioè la cassata, la cubbaita (torrone di mandorle e miele), il sorbetto, il cuscus (ancora oggi rinomato piatto della cucina trapanese), e la pasta con le sarde.

In quanto a quest'ultima la leggenda vuole che Eufemia capo di una spedizione musulmana che allora era alla conquista della terra Sicula, per rifocillare e ritemprare le sue truppe dalle perdite subite, chiese al suo cuoco di utilizzare il finocchietto di montagna; il cuoco allora messosi all'opera facendo un connubio tra l'uva sultanina, i pinoli che nel vicino bosco trovò, le fresche sardelle di Sicilia, i finocchietti e la sua fantasia si ispirò nella realizzazione di tale primordiale e formidabile piatto. Durante il periodo che va dai normanni agli aragonesi vengono importati alcuni tipici piatti dai paesi dei nuovi dominatori definiti esotici, ma essendo fuori dalla tradizione tipica dell'isola, vengono praticamente rigettati e quindi scompaiono, non appena i dominatori vanno via. Un fatto saliente ed importante avviene durante la dominazione spagnola, in quanto vengono introdotti i prodotti che provengono dal Perù conseguentemente alla scoperta delle Americhe e cioè in maniera particolare i pomodori che qui trovano le condizioni climatiche ideali.

La peculiarità alla cucina siciliana viene data dall'uso quasi costante di verdure, di aromi e piante aromatiche; qui, grazie al clima arricchiscono come fossero gemme le mense siciliane. La Sicilia, legata da vincoli tenacissimi al continente, è comunque un'isola e da ciò il fatto che nella gastronomia si differenzia dalle altre regioni dell'Italia meridionale per la sua millenaria tradizione, e anche dal fatto di essere al centro del mediterraneo. Il clima caldo della Sicilia spiega, poi, perché come base della gastronomia siciliana ci siano piatti dal sapore forte, piccante ed accentuato che ha evidentemente funzione energetica. La posizione geografica offre la possibilità alla cucina di poter usufruire di quanto il miglior pescato possa offrire, tenuto conto tra l'altro che a Sciacca si pesca il miglior pesce, e di migliore qualità, e che il suo portoè il secondo d'Italia con esportazione giornaliera e tempestiva, di quanto pescato in giornata, e che spesso impressiona i visitatori, trovando il pesce che si muove ancora, mentre gli acquirenti contrattano al mercato ittico. L'indispensabile impiego dell'olio d'oliva (scarsamente il burro), il larghissimo uso delle verdure, di aromi e di frutta caratterizzano ancora di più la cucina grazie al fatto che in Sicilia tutto cresce meravigliosamente e rigogliosamente.

La moderna cucina siciliana è da tutti riconosciuta come squisita, completa, piena di specialità in tutti i settori, dai primi piatti, che sono piatti unici molto robusti, a quelli di pesce, veramente superlativi; da quelli a base di verdura a quelli di carne; fino ai meravigliosi e famosi dolci di una squisitezza insegua gliabile. I piatti di qualsiasi genere trovano degna e superba compagnia nei vini siciliani, che per anni rimasti illustri sconosciuti trovano oggi la giusta collocazione ed il giusto e dovuto apprezzamento che ad essi compete. La gamma comprende egregiamente sia bianchi che rossi d.o.c. e non d.o.c.; vini liquorosi, passiti, moscati ed il famoso marsala principe superbo dei vini siciliani, scoperto dagli inglesi, spesso si è cercato di imitarlo in altri luoghi, ma con risultati poco apprezzabili in quanto il suo alveolo indispensabile e naturale, è quel triangolo di Sicilia che si trova ad ovest. Da non trascurare e non sottovalutare anche i formaggi e le ricotte di pecora e di vacca, i primosale, le tume, il danestrato, il
pepato, il più tipico è originale Caciocavallo, che ha quattro facce., si può consumare
sia fresco che stagionato, fiore all'occhiello della casearia siciliana, viene definito anche il parmigiano siciliano.
 
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